Sinceramente, quando gli è stato detto, non ci credeva neppure lui, il protagonistica di una statistica che entra a far parte della storia nerazzurra: Ivan Ramiro Cordoba ha superato Giuseppe Meazza nel numero complessivo di presenze con la maglia dell'Inter. Dopo la gara di ieri sera a Parma, infatti, il difensore colombiano sale a 410, mentre l'attaccante, simbolo e leggenda, si era fermato a 408.
La suddivisione delle gare ufficiali disputate nelle varie competizioni spiega le epoche e i tempi del calcio. Meazza, infatti, concentra le sue partite nel campionato italiano (365), con appena 27 volte nelle coppe europee e 16 nella coppa nazionale. Per Cordoba, invece, 291 gare in Serie A, 86 nelle manifestazioni europee e 33 fra Coppa Italia e supercoppa nazionale.
Lontani tempi a confronto. Il pallone è sempre uguale e non cambierà mai, però è chiaro che il calcio moderno ha frequenze e ritmi differenti da quello nel quale Meazza (classe 1910) era l'assoluto protagonista, il primo campione-personaggio, bravissimo in campo, adorato fuori, a detto degli esperti "uno dei più grandi di sempre, forse il più grande". Goleador prima, allenatore poi, il Grande Peppino indossò anche la maglia dell'altra squadra di Milano, e per questo motivo gli venne poi intitolato lo stadio in San Siro, ma il tutto accadde in circostanze particolari e strane, al punto che - una volta istruttore dei giovani, nerazzurri - quando arrivava un derby era nervoso e insolitamente silenzioso e si limitava a dire "quello è stato il più grande errore della mia carriera".
Campionissimo, campione del mondo, 33 reti in 53 gare con la maglia azzurra: l'onore dell'accostamento per Cordoba è onesto. Per lui, uomo vero di Medellin, classe 1976, nerazzurro dal 6 gennaio 2000, a sua volta eroe nazionale e simbolo avendo realizzato per la Colombia il gol vittoria di una leggendaria Copa America, Meazza vuol dire storia dell'Inter e, soprattutto, senso di appartenenza, valori di famiglia, amore di maglia. I puristi diranno che i numeri non possono raccontare, e quindi paragonare, i valori tecnici, i ruoli e gli assoluti del calcio che non sono matematica. Vero, verissimo. Però ci piace sapere, e far sapere ai nostri tifosi, l'emozione sincera provata da Ivan Ramiro davanti a un sorpasso così illustre per le statistiche. A volte è il cuore che fa la differenza e non solo il numero di gol realizzati per una squadra ideale: 288 contro 18.
Il primo a togliersi il cappello, davanti a Meazza, è proprio Cordoba.
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